La Magia Naturale, quale si è andata delineando a partire dall'età rinascimentale, è quella disciplina dell'occulto che si occupa delle forze della natura, concependole come entità vive e animate, e in quanto tali, manipolabili dal Mago, che può impartire loro direttamente dei comandi, agendo in armonia con le loro leggi. Molto importante è il termine “armonia”, questo non comporta un andare contro o forzare tali energie, ma l’atto magico è concepito come un percorso, seguendo strade e tempi della natura, verso un uso e perfezionamento di essa e dell’interiorità, dell’operatore stesso.
Anche se assimilabile alla Magia Bianca, la Magia Naturale tende a distanziarsi dalle pratiche cerimoniali, in particolare dalla goezia e dalla teurgia che si occupano di evocare spiriti rispettivamente diabolici o divini, prediligendo un approccio più neutro e scientifico, che comprende materie come l'astrologia, l'alchimia, la medicina, la fisica. Non a caso, le stanze chiamate “studioli”, come lo studio di Francesco primo dei Medici, erano denominate anche stanze alchemiche, dove si studiava tale pensiero, con contatti di elementi naturali come cristalli, erbe, aromi e metodi di osservazione e sperimentazione della natura, come l’Astrologia e gli albori della chimica e fisica.
Il dibattito sulla liceità o meno di una Magia Naturale, risale al Medioevo, quando i teologi cristiani cercarono di definire i limiti che separassero la Magia “vera” o appunto naturalis, cioè rispettosa delle leggi iscritte da Dio nella natura, da quella “falsa” che sarebbe stata ispirata dal demonio. Un tale approccio tuttavia, spogliava, di fatto, la Magia della sua valenza prodigiosa, respingendo come soprannaturale e perciò maligna, qualsiasi operazione che alterasse l'intima essenza degli elementi.
Ruggero Bacone, alchimista appartenente all'ordine francescano, già nel Duecento aveva cercato di distinguere la Magia Bianca o Naturale, che intende operare in armonia col disegno universale stabilito da Dio, dalla Magia Nera o necromantica, che mira invece a sottomettere gli enti naturali al volere del mago, sovvertendone le leggi con l'evocazione di spiriti o demoni, oppure ricorrendo ad artifici e inganni:
“Qualunque aggiunta che vada oltre le opere della natura o dell'arte, o non è di provenienza umana, oppure è finta e coinvolta in una frode.”
Il successivo dibattito che si protrarrà fino al Rinascimento inoltrato, assumerà le vesti di una battaglia culturale per ampliare la legittimità e la definizione stessa della Magia Naturale, che andasse oltre la visione eretica e limitante, del Tribunale dell’Inquisizione cattolica.
Marsilio Ficino nel Quattrocento, fu tra i primi umanisti che contribuirono alla rinascita del neoplatonismo e dell'ermetismo, che ripensò, in termini nuovi, i rapporti tra natura e arte magica. Egli, intendeva rifondare la funzione del sapere, da lui concepito non più solo in senso intellettuale o contemplativo, ma anche operativo e taumaturgico, tramite cioè, rituali e manipolazioni energetiche.
Sviluppando la dottrina di Plotino, Ficino vedeva l'universo come il risultato della dispersione dell'Uno nella molteplicità, e perciò intimamente vitalizzato da energie e forze arcane, celate nell'oscurità della materia, che spetta al Mago ridestare e ricombinare secondo i loro rapporti di simpatia o antipatia.
“[...] un universo tutto vivo, tutto fatto di nascoste corrispondenze, di occulte simpatie, tutto pervaso di spiriti; che è tutto un rifrangersi di segni dotati di un senso riposto; dove ogni cosa, ogni ente, ogni forza, è quasi una voce non ancora intesa, una parola sospesa nell'aria; dove ogni parola ha echi e risonanze innumerevoli; dove gli astri accennano a noi e si accennano fra loro, e si guardano e ci guardano, e si ascoltano e ci ascoltano.”
Ne consegue, da un lato, che la Magia non è sterile imitazione della natura, ma dall'altro essa è perfettamente naturale, in quanto si propone di preservare, e anzi di favorire, la spontanea evoluzione di tutto il creato che, corrottosi a causa del biblico peccato originale, tenderebbe inconsciamente a ritornare verso la sua perfezione originaria.
La Magia, così intesa, è quindi un atto di amore, un dovere sacro dell'uomo che, essendo immagine di Dio, è chiamato a redimere la natura nella prospettiva religiosa ed escatologica della “cura”. Questo è anche il contesto del criptico linguaggio Alchemico, che si prefigge un “perfezionamento della natura umana all’interno delle sue capacità naturali”, non un’alterazione o una manipolazione contraria alla natura stessa. Questo tipo di Magia spesso è consistito, nello studio sperimentale della natura, in maniera simile ad una scienza naturale su basi spirituali, presentandosi come la traduzione in pratica, o la controparte complementare, della filosofia della natura.
Questo discorso è fondamentale per capire la nascita e lo sviluppo, nell’arte e nelle scoperte rinascimentali, di una nuova concezione: l’uomo, nuovamente posto al centro dell’universo, dove invece il medioevo lo avevo rilegato ad un povero peccatore che solo la grazia divina poteva salvarlo, interroga e indaga la natura come specchio di se stesso, e dominandone le leggi, può raggiungere l’illuminazione, tramite il perfezionamento degli elementi naturali, e perciò di creazione divina, presenti in sé.
L'espressione latina “copula mundi”, che significa letteralmente “legame o unificazione del mondo”, ricorre nella filosofia umanistica di Marsilio Ficino per indicare la peculiare caratteristica dell'anima umana di essere il centro dell'universo, la mediatrice tra Dio e il creato, tra spiritualità e corporeità. Poiché l'anima, secondo Ficino, coglie le realtà superiori senza abbandonare le inferiori, essa realizza quella corrispondenza già individuata da Ermete Trismegisto nella sua Tavola di Smeraldo, col celebre motto: “Ciò che sta in Basso è come ciò che sta in Alto, e ciò che sta in Alto è come ciò che sta in Basso, per creare il mistero della Realtà Unica”.
Ecco che la natura viene studiata, osservata e sezionata, per carpirne i tempi, le leggi e i modi, come magistralmente ha fatto Leonardo da Vinci, non a caso esempio di Magus rinascimentale. Il concetto del Magus nato nel rinascimento, è del tutto lontano dalla figura di negromante o fattucchiere, ma si avvicina allo scienziato dei nostri tempi, come colui che, tramite osservazione e sperimentazione, indaga il mondo che è intorno a lui, cercando di rispondere a quelle domande che sono di suo interesse e applicandone i principi scoperti all’animo umano, per la sua crescita intellettiva e spirituale:
“Dio ha creato la natura, io l’ho dominata”
(Leonardo da Vinci)
È da segnalare, la raffigurazione del concetto Ficiano di Magia Naturale e del neoplatonismo, insita nelle opere di Sandro Botticelli come la”Primavera” e la “Nascita di Venere”; intesa come perfezionamento dell’animo umano attraverso l’amore divino e la sua scintilla, che pervade ogni ambito della natura e perciò dell’uomo.
Ficino, sottolinea la differenza esistente tra questa Magia, fondata sui rapporti di naturale corrispondenza fra le cose, e la Magia demonica, realizzata invece mediante l’intervento di anime scisse dai corpi, demoni o angeli, i quali, penetrando in sigilli per loro approntati, parlano attraverso di essi e creano effetti soprannaturali. E poiché la Magia Naturale altro non è che attrarre l’una cosa verso l’altra per generare determinate forze ed energie Ficino, d’accordo con Plotino, afferma che i veri e principali maghi sono la Natura e l’Amore e che il Mago può essere paragonato all’agricoltore, il quale attraverso le combinazioni dei semi fa prosperare la terra. Si crea, il concetto di filosofia come rivelazione: la filosofia nasce come illuminazione della mente, come asseriva Ermete Trismegisto, il disporre e il piegare l'anima in modo che diventi intelletto e accolga la luce della divina rivelazione in cui consiste l'attività filosofica, coincide con la stessa religione. Filosofia e religione sono ispirazione e iniziazione ai sacri misteri del vero. È necessario fondare una “religione sapiente” che sintetizzi filosofia platonica e messaggio evangelico.
In Pico della Mirandola ritorna il presupposto religioso su cui si fonda la Magia Naturale, seppure in un'ottica diversa da quella ficiniana: per Pico, infatti la legittimazione divina della Magia avviene attraverso la Cabala, le cui dieci sephirot esprimono le diverse modalità della manifestazione di Dio nella natura. Si tratta pertanto di una Magia che porta il mago a trascendere la stessa scala naturale in cui è strutturato l'universo coi suoi influssi astrologici, per collocarsi al livello dell'intelligenza divina, e far affiorare così, riunendo le virtù inferiori della terra con quelle superiori del cielo.
“Come il contadino marita gli olmi alle viti, così fa il mago, la Terra al Cielo, ossia gli elementi inferiori con le facoltà e le virtù degli elementi superiori.”
Penetrando nei recessi nascosti della natura, la Magia si prefigge così il medesimo scopo dell'iniziazione dei misteri antichi. Stessi erano gli obiettivi dei riti, per esempio Mitraici: arrivare ad una verità e consapevolezza profonda, che indicasse all’uomo, la comprensione e l’interiorizzare delle rivelazioni, portandolo ad un perfezionamento ed elevazione, del suo stato umano. Le varie testimonianze degli iniziati ai misteri pagani descrivono “un’impressione” un “fatto straordinario”, non narrabile a parole ma che mutava il loro essere per sempre, apportando una modica dove gli istinti primordiali che generalmente controllano e determinano l’uomo, venivano sottomessi, alla parte di eredità divina, che il dio ha nascosto nell’animo di ogni persona. Questa eredità primordiale, quando prende il sopravvento nella spiritualità umana riportandolo al ruolo adamitico, è raffigurata, per esempio, da simboli quali Il Santo Grall, il perno della croce o del cerchio, la rosa dei Rosacroce, dal centro dei Mandala o dei labirinti, il Serpente trafitto in Alchimia…
Il tedesco Agrippa, sulla scia di Ficino e di Pico, intendeva rivalutare la figura del mago in quanto “sapiente, sacerdote e profeta”, definendo la Magia come la filosofia più santa e più nobile, per la sua capacità di penetrare i segreti reconditi della natura, e riaccordare tra loro gli aspetti terreni con quelli celesti: per questo essa è scienza integrale della natura, tanto fisica quanto metafisica:
“E si chiamano poteri, o proprietà, occulti, perché le loro causali ci sfuggono e lo spirito umano non può penetrarli. Perciò solo i filosofi hanno potuto, per lunga esperienza piuttosto che per ragionamento, acquistarne in parte la conoscenza.”
Paracelso si segnalò nel dibattito sulla Magia Naturale, soprattutto per i suoi apporti in ambito medico, superando la tradizionale concezione ippocratica degli umori, e attribuendo piuttosto all'azione di spiriti incorporei, denominati arcani, la causa degli squilibri patogeni. Tra le altre cose, sviluppò la dottrina delle segnature, basata sulla somiglianza delle forme dei vegetali con l'aspetto degli organi umani, svelando la loro funzione terapeutica occulta. L'esistenza di tali “spiriti della natura”, ritenuti responsabili di ogni legge e avvenimento naturale, è attestata del resto anche nell'Occidente pagano pre-cristiano, e pur restando patrimonio della cultura popolare, fu riaffermata da Paracelso. La presenza reale e operativa di tali creature, chiamate anche elementari, sarà ribadita nelle correnti esoteriche del Novecento quali la teosofia e l'antroposofia:
“Le entità e i processi del mondo sensibile sono l'espressione esteriore dei processi e degli esseri soprasensibili, spirituali.”
Con Giordano Bruno, giunse a maturazione il proposito di naturalizzare la Magia, estendendo a dismisura il concetto stesso di natura, nel quale egli comprese non solo il mondo fisico e celeste, ma anche i demoni. Il discrimine tra Magia lecita ed illecita si trasforma così, in una distinzione riguardante unicamente la finalità che il mago persegue:
“Dio è presente in tutto e dunque nella natura, verità di ragione nella quale Dio è anima del mondo, forma che plasma la materia”.
Per Bruno, non aveva più senso la separazione tra dimensione astrale e mondo sublunare: l'esigenza di ordinare gli enti naturali secondo una scala appartiene alla fase conoscitiva della Magia, convalidata in seguito dalla produzione operativa, con cui la sapienza viene unita all'arte: il mago, infatti, non è che “un sapiente dotato della capacità di agire”.
Un altro concetto proprio della Magia Naturale è che il mondo non è un mero assemblaggio di componenti meccaniche, e quindi i fenomeni e gli eventi della natura non sono l'effetto di pure leggi deterministiche, bensì di reciproche interazioni fra le sue parti, le quali, essendo vive e senzienti, instaurano fra di loro dei rapporti di simpatia e antipatia, ovvero attrazione o repulsione.
Questa rete globale di corrispondenze, che aveva condotto l'ermetismo a scoprire la consonanza segreta tra macrocosmo e microcosmo, tra l'universo ed il singolo essere umano, è anche alla base di discipline quali l'Astrologia, secondo cui le qualità di un pianeta sono da associare a uno specifico metallo, colore, ecc. Oppure una certa configurazione astrale si ripercuote per analogia sul mondo sublunare terrestre: lo stesso influsso che Pitagora considerava il riflesso “dell'armonia delle sfere celesti”.
Uno sviluppo terapeutico di questa concezione magica si ebbe nella cosiddetta “dottrina delle segnature”, sviluppata tra gli altri da Paracelso e Giambattista della Porta, secondo la quale ogni essere naturale di origine animale, vegetale o minerale, a seconda dell'aspetto con cui si presenta (appunto la sua segnatura) indica quale parte del corpo umano può curare in base alla sua affinità con quest'ultima: ad esempio una noce ha una relazione occulta col cervello per via della loro somiglianza, o la forma di un fagiolo con quella dei reni.
Lo studio di queste relazioni, applicate soprattutto alle piante medicinali, poteva estendersi ai nessi tra sagome, colori, odori, posizioni, tempi di manifestazione, caratteri, esiti patologici, temi astrali, temperamenti umorali, e diverse altre qualità, ritenute soggiacenti a un comune archetipo spirituale. Una forma di trattamento moderno basato sulle segnature si ritrova nell'omeopatia, che associa, però, i rimedi ai relativi sintomi da curare secondo il principio “il simile, cura il simile”; come pure nella floriterapia sviluppata da Edward Bach, in cui l'aspetto dei fiori è posto invece in relazione con stati d'animo negativi.
Le tecniche della Magia Naturale e quelle dell’Alchimia sono, insieme, una via per operare sul mondo e un processo di rigenerazione personale. La conoscenza magica è anche salvezza: il processo indirizzato al raggiungimento della perfezione individuale coincide con quello che conduce al dominio e alla comprensione della natura.